23 Febbraio 2020

Il virus Covid-19 è ormai tra noi e non se ne andrà in tempi brevi, questa purtroppo è la cruda realtà da accettare e affrontare. Avevamo sperato diversamente, avevamo sperato che le misure di prevenzione e controllo tempestivamente messe in atto dal nostro Paese sarebbero state sufficienti a evitare i contagi, ma così non è stato. Ci attendono giorni difficili, è bene dirlo a chiare lettere ma, con altrettante sincerità, bisogna dire che le istituzioni sono pronte, il nostro Servizio Sanitario è eccellente e la rete sanitaria che va costituendosi è solida, abbiamo professionalità, capacità organizzative e tecnologie per affrontare la situazione. L’abbiamo già dimostrato nel 2009 con l’epidemia di H1N1 e anche allora fummo all’altezza della situazione. Anche in questa occasione è probabile che ci saranno altri casi, che tutto non si fermerà qui, ma dobbiamo ricordare che la grande maggioranza dei pazienti guarisce senza complicanze, solo una parte sviluppa la polmonite e che complessivamente la mortalità resta bassa, molto più bassa di altre malattie. Fa paura però, e si può ben capire, il Covid-19, con questo nome da film di fantascienza e questo attacco inaspettato, che colpisce senza ragioni e senza che a tutt’oggi si disponga di una cura. Trasmette tutta l’impotenza della modernità di fronte all’essenza del morbo, come un tempo si definiva ogni condizione di sofferenza del nostro organismo. Ascoltando le notizie che ci giungono sperimentiamo lo stesso sentimento di frustrazione di quando ci comunicano la malattia di una persona a noi cara per la quale ci sembra non ci siano risposte e spiegazioni sufficienti. Però dobbiamo fare appello alla razionalità e al senso di responsabilità di tutti noi, a partire da quelle dei cittadini, che devono avere fiducia nelle indicazioni che vengono date, evitare paure ingiustificate e comportamenti che danneggerebbero il normale svolgimento delle attività e della vita quotidiana. Le informazioni sono trasparenti, nessuno sta nascondendo nulla ma è importante che fake news e comportamenti di panico siano azzerati. I medici con tutti gli operatori sanitari stanno dando una grande prova di disponibilità, sono molti quelli che si sono spontaneamente offerti volontari per gestire l’emergenza, malgrado i contagi abbiano già interessato alcuni professionisti. Le istituzioni devono ascoltare, come ha ben scritto Lugi Ripamonti su queste colonne, le ragioni della scienza e solo quelle, senza temere impopolarità. È il tempo della responsabilità che oggi è anche solidarietà nazionale, tutti dobbiamo esserne consapevoli e partecipi.