Lo smog può aumentare gli accessi in pronto soccorso?

22 Dicembre 2015

I danni causati dai diversi inquinanti possono schematicamente essere distinti in acuti e cronici. Tra gli eventi acuti si possono annoverare una serie di condizioni che possono necessitare di interventi di urgenza in pronto soccorso, come, ad esempio, le gravi crisi asmatiche, infarti e ischemie miocardiche, aritmie cardiache, trombosi venose e arteriose, crisi di insufficienza respiratoria, bronchiti e polmoniti.

Quali danni può provocare lo smog all'apparato respiratorio?

L'insieme dei componenti dello smog può determinare fenomeni irritativi e infiammatori, liberazione di sostanze pro-infiammatorie e agire sui processi ossidativi cellulari. Questi meccanismi patologici d'azione dello smog si traducono in aumento dei casi e della gravità di asma bronchiale; aumento dei casi e della gravità delle bronchioliti del bambino, delle bronchiti e in genere delle infezioni delle basse vie respiratorie, polmoniti in particolare; peggioramento dei sintomi asmatici come mancanza di fiato, tosse, affaticamento respiratorio e aumentata perdita nel tempo di funzionalità polmonare. Livelli elevati di alcuni inquinanti, come i particolati e l'ozono, sono responsabili di un significativo aumento dei ricoveri per malattie respiratorie e di morti. In Lombardia si assiste da molti anni a una crescita progressiva di tutte le principali malattie respiratorie.

L'inquinamento può causare allergie?

Può interagire con i pollini potenziandone l'azione. In particolare i pollini possono adsorbirsi sui particolati ed essere così diffusi maggiormente nell'aria. Gli inquinanti, aumentando la permeabilità dell'epitelio delle mucose respiratorie, favoriscono inoltre la penetrazione in queste sedi degli allergeni e la loro azione. Lo smog può anche contribuire indirettamente all'aumento dei livelli di immunoglobuline responsabili nel nostro organismo della risposta allergica (IgE). Questo spiega la crescita esponenziale delle forme allergiche a Milano e in tutta la Lombardia.

Quali malattie cardio-vascolari hanno un'associazione con lo smog?

Le malattie cardio-vascolari che sono state più frequentemente segnalate da ormai un'ampia letteratura scientifica correlate all'inquinamento sono: infarto miocardico, trombosi arteriose e venose, ictus cerebrali, alterazioni del ritmo cardiaco, scompenso cardiaco, rapida progressione di processi aterosclerotici. Elevati livelli di inquinamento sono stati poi associati ad aritmie ventricolari, episodi di fibrillazione atriale e anomalie elettrocardiografiche. Si spiegano anche così, con episodi aritmici, i casi di morte improvvisa segnalati in circostanze di alte concentrazioni di particolato. I particolati possono inoltre causare la liberazione di sostanze pro-coagulanti, responsabili di fenomeni trombotici (anche trombosi venose profonde), che hanno un ruolo determinante nello sviluppo di malattie cardio-vascolari.

L'inquinamento può causare congiuntiviti e riniti?

Sì. Irritando le mucose in genere, lo smog può danneggiare quindi anche quelle congiuntivali, dando luogo a quelle che vengono chiamate “congiuntiviti da stress”. Secondo alcuni, l'inquinamento è responsabile dell'aumento dei casi di “occhio secco” (diminuzione della lacrimazione) che si registrano in questi anni recenti. L'ozono, le cui concentrazioni sono particolarmente alte a Milano e in Lombardia nei mesi estivi, come anche i particolati e il biossido di azoto (NO2) hanno un'azione irritante e infiammatoria sulle mucose nasali, possono quindi causare riniti acute e croniche.

Lo smog può interagire con l'influenza, favorendola o aggravandola?

L'azione lesiva dell'inquinamento sull'apparato respiratorio può favorire e aprire la strada all'ingresso di virus in generale, compreso quello influenzale; può inoltre causare un perdurare dello stato infiammatorio. L'interazione tra virus e inquinanti può infatti ritardare i processi di guarigione e aumentare il numero di complicanze (bronchiti, polmoniti, asma).

Lo smog causa tumori?

Sì, che esista un rapporto tra esposizione all'inquinamento ambientale e tumori è un dato ormai certo. Per alcuni inquinanti, ad esempio il Benzo(a)pirene, è stata provata un'associazione con forme tumorali e, in particolare, con carcinomi polmonari e, con minor frequenza, tumori della pelle e vescicali e forme tumorali ematologiche come le leucemie. Secondo uno studio della Società Americana di Oncologia il rischio di sviluppare un tumore polmonare è aumentato dell'8% per ogni incremento di 10 punti dei valori di PM2,5

Esistono rischi determinati dall'inquinamento per le donne in gravidanza?

Sì, numerosi studi scientifici hanno affrontato il problema. Uno studio canadese e uno americano, in particolare, hanno provato su ampie casistiche e su lunghi periodi di osservazione (12 anni) che l'esposizione protratta delle mamme durante la gravidanza ad elevati livelli di ozono, monossido di carbonio e PM 10 si associa ad un ridotto peso alla nascita del neonato. La relazione tra inquinanti e peso alla nascita è inversamente proporzionale: tanto maggiore è l'esposizione tanto minore sarà il peso del nascituro. Il basso peso alla nascita in svariati studi è stato messo in relazione a elevati livelli di PM10. Inoltre ricercatori americani hanno messo in relazione la presenza di alcune alterazioni genetiche e di asma infantile con l'esposizione agli idrocarburi durante il periodo gestazionale.

Quali sono i rischi per i polmoni dei bambini nell'età della crescita?

E' provato da diversi studi che la capacità e lo sviluppo polmonare nei ragazzi sono inversamente correlati ai livelli di PM10 (tanto più alti sono i livelli di particolato, tanto peggiori saranno i valori di funzionalità respiratoria e più lenta la crescita dei polmoni). Bisogna considerare poi che l'80% circa degli alveoli che costituiscono i polmoni si formano nei primi anni di vita, è quindi questo un periodo particolarmente delicato e critico per le ripercussioni che i polmoni possono subire da agenti esterni.

 

[Fonte: Corriere Della Sera edizione Milano, martedì 22 dicembre 2015]