La lotta all'inquinamento si combatte potenziando i mezzi pubblici

06 Febbraio 2014

Come ridurre il traffico in una città dove il numero di automobili circolanti supera quello di gran parte delle grandi città europee? In questi ultimi anni la strategia della giunta Pisapia e dell'assessore Maran è sembrata chiara: riconversione del vecchio e ormai superato Ecopass in una «congestion charge» di limitate estensioni ma che si è rilevata di significativo impatto anche sul resto della città, potenziamento del bike sharing, avvio «a razzo» del car sharing. Funziona? I dati sembrano dire di sì ma soprattutto ne sembrano contenti i milanesi, basti guardare lo straordinario numero di adesioni che hanno registrato i due «sharing». Negli ultimi 20 anni nella nostra città le auto sono andate progressivamente diminuendo, una controtendenza se pensiamo che invece in Italia e in Lombardia le auto nello stesso periodo sono molto aumentate: a Milano si è passati da 922.040 veicoli circolanti nel 1990 a 724.450 nel 2011 (dati ANFIA). A questo oggi si associa una mobilità alternativa, impensabile anche solo qualche anno fa. Fin qui gli aspetti positivi ma, come sempre, non mancano le criticità. A cominciare dall'aumento delle tariffe del trasporto pubblico, alla sua ancora troppo scarsa efficienza, alle proteste dei residenti in Area C ma anche alle preoccupazioni degli ambientalisti per il possibile aumento del traffico proprio legato al car sharing. Se alcune perplessità, come ad esempio l'utilizzo di veicoli diesel per gli «sharing», possono apparire ragionevoli, altre francamente molto meno, come la contestazione sul libero accesso in Area C, concessione certamente ragionevole in questa fase di avvio del servizio che potrà eventualmente essere riconsiderata a distanza di tempo. Tutto questo aiuterà a ridurre ulteriormente il numero di auto in città? Nessuno ha la palla di cristallo ma forse un po? di ottimismo e di pazienza non guasterebbe. Bisogna riconoscere a Maran di avere sviluppato, tra non poche resistenze, una sua strategia e che i milanesi hanno apprezzato le nuove proposte. Si poteva fare di più? Si poteva, ad esempio, rispettare il mandato referendario e allargare ulteriormente Area C? Può essere, ma si è passati dall'immobilismo a alcuni atti concreti e a noi sembra già qualcosa; gli incontentabili poi, come nel vecchio spot pubblicitario di cui era protagonista Adolfo Celi, ci sono sempre.

Harari Sergio

[Fonte Corriere della Sera]