Come si diagnostica?

I comuni sintomi di ipertensione polmonare (e.s. dispnea) sono difficili da intercettare in pazienti già affetti da patologie polmonari. Una regola generale è quella di sospettare l’ipertensione polmonare quando i sintomi respiratori sono più severi di quello che ci aspetteremmo rispetto all’impegno parenchimale evidente alla TAC del torace o alla luce delle prove respiratorie (ad esempio grave difficoltà respiratoria al minimo sforzo a fronte di un quadro spirometrico di lieve ostruzione).
La tecnica non invasiva migliore per approcciare la diagnosi di ipertensione polmonare è l’ecocardiografia transtoracica. Un ecocardiogramma permette una visualizzazione molto accurata del cuore e consente di documentare le alterazioni morfologiche e strutturali che rappresentano segni indiretti di ipertensione polmonare.
 
Tuttavia per effettuare una diagnosi definitiva è necessario sottoporsi al cateterismo cardiaco destro. Questa procedura invasiva, in questo gruppo di pazienti con ipertensione polmonare, viene eseguita solo in particolari circostanze come ad esempio per diagnosticare o escludere l’ipertensione polmonare in pazienti candidati a trapianto polmonare o prima di un intervento di riduzione del volume polmonare, in casi molto gravi di enfisema bolloso.

Quale è il follow-up clinico?

I pazienti vengono seguiti in un ambulatorio dedicato (nel caso della presenza di interstiziopatie polmonari sottostati) o generale (nel caso di BPCO o enfisema) e sottoposti a valutazione clinica e funzionale  che comprende:
 
  • Spirometria globale con diffusione alveolo capillare
  • Test del cammino
  • Emogasanalisi
  • Saturimetria notturna

A questi esami annualmente viene associata l’esecuzione dell’ecocardiogramma. Il medico valuterà anche la tempistica di un controllo TAC torace. In caso di segni clinici e strumentali di peggioramento si valuterà di volta in volta se anticipare la rivalutazione del paziente eventualmente anche con ricovero ospedaliero.