La Linfangioleiomiomatosi (LAM) è una patologia rara, caratterizzata dalla proliferazione  e dalla disseminazione di particolari cellule muscolari lisce atipiche dette “cellule LAM” nell'ambito di diversi organi.
Colpisce prevalentemente donne in età fertile, mentre sporadiche sono le segnalazioni in età post-menopausa. Può presentarsi in forma sporadica o in circa il 30-40% delle pazienti affette da una malattia ereditaria nota come Sclerosi Tuberosa.
 

Impariamo a conoscere la LAM

La LAM è caratterizzata dalla presenza di cisti aeree distribuite in entrambi i polmoni a cui si possono associano tumori benigni renali (angiomiolipomi) e/o interessamento del tessuto linfatico toracico e addominale (linfangioleiomiomi).
La malattia polmonare può esordire acutamente con pneumotorace (ovvero una raccolta di aria nella cavità pleurica dovuta alla rottura di una cisti) che si manifesta con dolore toracico e difficoltà respiratoria e che richiede in genere un intervento medico immediato. Più raramente l’esordio è caratterizzato da emottisi (cioè emissione di sangue con i colpi di tosse) e da chilotorace, ovvero la presenza di versamento chiloso a livello della pleura. In altri casi i sintomi della malattia sono più subdoli con tosse secca, affanno che peggiora con la progressione della patologia, respiro sibilante e dolore toracico aspecifico, astenia e calo di peso.
La compromissione della funzione respiratoria può divenire di grado severo nell'arco di pochi anni oppure progredire molto lentamente. In corrispondenza dei cicli mestruali e durante il periodo di gestazione ci possono essere delle esacerbazioni della sintomatologia.

Come si cura?

In passato, la dimostrazione della presenza di recettori per estrogeni e progesterone sulle cellule LAM aveva favorito l'uso della terapia ormonale. Tuttavia, gli effetti dell'ovariectomia bilaterale e della terapia anti-estrogeni sono controversi. Sono stati riportati casi di miglioramento con gli  analoghi dell'ormone rilasciante la gonadotropina (GnRh) ma altri studi hanno dato esito negativo. Controversi sono anche i risultati riportati con l'uso del progesterone. Sia per gli analoghi del GnRH che per il progesterone non esistono studi placebo-controllati.
Al momento le uniche molecole che sembrano avere efficacia nel rallentare l'evoluzione della malattia sono gli inibitori di mTOR (everolimus e sirolimus). In particolare, il sirolimus, farmaco già utilizzato come immunosoppressore nei pazienti sottoposti a trapianto di organi solidi, si è dimostrato efficace nel ridurre il volume degli angiomiolipomi renali e il declino della funzionalità respiratoria in pazienti affette da LAM. Per ora solo la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha approvato nel 2015 il sirolimus per il trattamento della LAM. In Italia può essere prescritto come terapia “off-label” da centri esperti.
Nei casi di grave compromissione funzionale respiratoria o con rapida evoluzione di malattia, il trapianto di polmone può considerarsi una valida indicazione terapeutica. Attualmente la maggior parte dei centri che si occupano di trapianto prediligono, per le pazienti portatrici di grave compromissione funzionale respiratoria, il trapianto di tipo bipolmonare ottenendo risultati più che soddisfacenti anche se sono stati segnalati casi di recidiva di malattia.

Prima di affrontare un viaggio in aereo, la paziente deve essere messa al corrente degli eventuali rischi, in base alla propria compromissione respiratoria, data la possibilità che si verifichi un pneumotorace.
Le pazienti con LAM non devono assumere terapia estro-progestinica e/o terapia ormonale contenente estrogeni, poiché queste può aggravare la malattia.
Sebbene la scelta di intraprendere una gravidanza sia sempre e solo della paziente, tutte le pazienti (anche quelle asintomatiche) devono essere informate che vi è un rischio aumentato di incidenza di pneumotorace e di progressione di malattia.  Durante un’eventuale gravidanza le pazienti devono essere seguite con uno stretto follow-up.
Le pazienti con severa compromissione funzionale respiratoria devono essere scoraggiate a intraprendere una gravidanza. La gravidanza deve poi essere assolutamente evitata durante terapia con sirolimus per il rischio teratogeno.