14 Luglio 2015

L'immagine del classico matto che ci chiede una sigaretta da fumare poi nevroticamente, magari parlottando tra sé e sé, è quasi iconica del disturbo mentale grave. Sul perché tra gli psicotici il fumo sia molto diffuso sono state fatte diverse ipotesi: dall'azione di contrappeso della nicotina ai farmaci sedativi assunti, al miglioramento delle performance cognitive che il fumo potrebbe indurre in questi soggetti, a altre ancora. Poche ricerche hanno però cercato di capire se esista un nesso causale tra fumo di sigaretta e psicosi. La lacuna è stata in parte colmata da una recente revisione critica di tutti gli studi pubblicati sull'argomento nella letteratura scientifica mondiale, appena apparsa su Lancet Psichiatry. I risultati di questa metanalisi documentano come: 1) un marcato tabagismo sia già presente al momento del primo attacco di psicosi in questi pazienti; 2) l'abitudine quotidiana al tabagismo si associ a un aumento del rischio di sviluppo di disturbi psicotici; 3) i fumatori sviluppino i disturbi psicotici un po' prima rispetto ai non fumatori.

Questo non vuole dire, naturalmente, che chi fuma diventa matto, ma solo che il fumo potrebbe, e il condizionale è d'obbligo, giocare un qualche ruolo ancora sconosciuto nello sviluppo delle malattie mentali; potrebbero esservi anche alcune possibili spiegazioni biochimiche legate all'azione della nicotina su certi neurotrasmettitori.

Il fumo è il più importante fattore di rischio sul quale possiamo agire, finora un po' trascurato dalla ricerca scientifica nella sua correlazione con le malattie mentali. Nell'attesa che studi futuri chiariscano meglio i molti quesiti aperti, il suggerimento per chi soffre di psicosi è di smettere di fumare aderendo a programmi di svezzamento.

[Fonte: Corriere della Sera, cronache nazionali, pag.27]