La distinzione fondamentale tra bronchite e polmonite si basa sull’interessamento o meno del tessuto polmonare da parte del processo infettivo

08 Gennaio 2017

Circa un anno fa ho accusato un episodio acuto di tosse con catarro, febbre alta e una forte sensazione d’irritazione al petto; dopo una visita, il mio medico mi disse trattarsi di una bronchite acuta e mi prescrisse una cura antibiotica.
Il mese scorso ho di nuovo avuto gli stessi sintomi ma questa volta, dopo una radiografia del torace, mi hanno detto che avevo una polmonite. Anche in quest’ultima occasione mi sono stati prescritti antibiotici.
A questo punto, non riesco a capire bene quale sia la differenza tra bronchite e polmonite e se debbo fare ulteriori accertamenti, visto che ho sofferto di due episodi di questo tipo in meno di un anno.

Il Prof. Harari risponde

La distinzione fondamentale tra bronchite e polmonite si basa sull’interessamento o meno del tessuto polmonare da parte del processo infettivo. Se il parenchima (così viene chiamato il tessuto che costituisce gli organi solidi) è coinvolto, si parla di polmonite o broncopolmonite, se invece l’infezione interessa solo i bronchi e la trachea, di tracheo-bronchite. La differenza non è solo anatomica, sebbene la gravità del quadro infettivo possa dipendere anche dall’agente eziologico responsabile (il virus, battere o fungo responsabile dell’infezione), il coinvolgimento del parenchima polmonare costituisce sempre un fattore di gravità che modifica le scelte terapeutiche e la prognosi del paziente. 

La polmonite è la conseguenza della proliferazione di microbi negli alveoli (le cellette che costituiscono il polmone) e delle capacità di risposta del nostro organismo a questo attacco. L’orofaringe è nella stragrande maggioranza dei casi la via di accesso più frequente per i patogeni che, superando i vari meccanismi di difesa dell’organismo, meccanici (ad esempio il filtro nasale) e immunologici (come i macrofagi alveolari, le nostre cellule “spazzino”), proliferano negli alveoli dando luogo alla polmonite. La risposta all’attacco infettivo attraverso l’intervento delle cellule dell’infiammazione e la liberazione di mediatori vari nel sangue sono responsabili dei sintomi sistemici, come la febbre e la stanchezza profonda.
Le infezioni tracheo-bronchiali invece sono più circoscritte, alcuni casi possono anche complicarsi con forme asmatiche, spesso causa di tossi persistenti che possono richiedere cure prolungate, ma difficilmente assumono aspetti di gravità maggiore.
Malgrado la polmonite sia una infezione molto diffusa, che solo in Italia registra centinaia di migliaia di casi ogni anno, è spesso sottodiagnosticata e sottovalutata, anche dai pazienti. Per fare diagnosi è necessario basarsi sulla visita clinica e sull’anamnesi (l’ascoltazione del torace da parte del medico è fondamentale e in molti casi può essere sufficiente, anche se talora può essere del tutto normale), sulla radiografia del torace e sugli esami del sangue. Non tutti questi esami sono sempre necessari, nei bambini la radiografia talvolta può essere sostituita dall’ecografia per evitare l’esposizione radiologica, e non sempre gli accertamenti vanno poi ricontrollati, dipende dalla gravità e dall’estensione del processo. La maggior parte delle bronchiti acute e delle polmoniti hanno una causa infettiva di natura batterica (e pertanto avranno indicazione a una cura antibiotica), seguono poi come frequenza quelle virali (che a seconda dei virus e della situazione clinica possono necessitare o meno di cure specifiche, che in molti casi saranno ospedaliere). Sono molto più rare le infezioni respiratorie da funghi o da agenti infettivi ancor meno frequenti.

E’ fondamentale che il paziente segua scrupolosamente le indicazioni mediche che prevedono non solo l’assunzione di farmaci ma anche il riposo e un adeguato periodo di convalescenza che permetta all’organismo di riprendersi completamente dall’attacco infettivo subito.
Nel caso di episodi bronchitici e/o polmonitici frequenti è sempre indicata una visita specialistica pneumologica per valutare la presenza di possibili fattori di rischio e eventuali ulteriori approfondimenti (come una TAC del torace).

[Corriere della Sera, inserto Salute - Domenica 8 Gennaio 2017 - pag 45]

Infine il vaccino per lo Streptococco pneumoniae (pneumococco) e per l’influenza stagionale sono utili azioni di prevenzione, oltre all’astensione dal fumo.