09 Dicembre 2015

L'inerzia nella battaglia al Pm 10

Molti pensavano fino a pochi giorni fa che lo smog in val Padana e nel milanese fosse ormai solo il ricordo di un tempo passato, ma così non è. Sono 13 i giorni consecutivi di superamento dei limiti di Pm10 che si sono registrati in questo periodo in città, tanto da far scattare le misure d'urgenza come da protocollo. Qualche giorno fa la centralina di via Senato ha registrato valori di Pm10 oltre il doppio dei limiti soglia (già da molti, compresa l'OMS, considerati troppo alti e insufficienti a proteggere la salute dei cittadini).

Quest'anno, con già 78 giorni (contro i 35 consentiti) con Pm10 oltre i valori soglia, invertiamo i trend positivi degli anni scorsi: 107 sforamenti nel 2012, 81 nel 2013, 68 nel 2014. Inoltre le concentrazioni di ozono sono in costante aumento in tutto il nostro Paese, favorite dall'utilizzo di suoi precursori come il metano.

E' solo di pochi giorni fa la notizia che l'Agenzia Europea per l'Ambiente ha indicato come in Italia si registrino il maggior numero di morti premature per smog di tutta Europa: 84.400 nel 2012 su un totale di 490.600 in tutta la UE.

La massima concentrazione della mortalità si rileva nella Pianura Padana, dato confermato anche da un'altra importante ricerca, questa volta italiana, svolta sotto l'egida del Ministero della Salute: sarebbero oltre 10.000 all'anno i decessi da smog evitabili in Lombardia e 14 i mesi di vita persi da ogni residente nella nostra regione a causa dell'aria inquinata.  

Cartina di tornasole di questi dati sono quelli sulle malattie polmonari, salite dal quarto al terzo posto nella top ten delle cause di morte al mondo, e i dati sulle malattie cardio-vascolari, anch'esse in costante crescita epidemiologica.

Sebbene in Lombardia sia stato approvato un piano Aria, la sua messa in opera resta ancora di là da venire, mentre l'applicazione del blocco dei veicoli euro 3 passa di rinvio in rinvio.

Intanto da Parigi arrivano gli echi della conferenza sul clima e dell'intervento del nostro ministro dell'Ambiente Galletti che conferma come le politiche ambientali non siano antitetiche rispetto allo sviluppo dell'economia. Il rinviare a dimensioni più ampie e internazionali la risoluzione dei problemi climatici e dell'inquinamento atmosferico non ci esime però da azioni locali e soprattutto regionali; non possiamo certo sperare che siano Obama o Hollande a migliorare l'aria del nostro Paese e della Val Padana, tra i tanti problemi mondiali che li angustiano forse questi non sono nella loro lista di priorità.


[Fonte: Corriere Della Sera edizione Milano _ editoriale _ Mercoledì, 9 dicembre 2015]