08 Giugno 2023

Nei giorni scorsi si è coagulato un fronte trasversale di Regioni per contrastare l’approvazione di una nuova direttiva dell’Unione Europea sulla qualità dell’aria. Si tratta di un aggiornamento della direttiva del 2008 che regola i valori limite degli inquinanti. Il gruppo è guidato dalla Lombardia e comprende Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto insieme alla Comunità di Madrid, Stiria, alcune province olandesi e la Catalogna, anche se quest’ultima si è poi dissociata dall’iniziativa. Le Regioni chiedono sostanzialmente obiettivi per loro più realistici con una deroga delle scadenze e una maggiore flessibilità che tenga conto delle caratteristiche specifiche delle aree inquinate, oltre a una migliore integrazione tra tutte le politiche dell'UE che influiscono sulla qualità dell'aria.

L’indicazione ad adottare limiti soglia sugli inquinanti più stringenti rispetto agli attuali valori viene dalla Commissione Europea che ha analizzato e fatti suoi una serie di importanti studi scientifici recenti sulle fonti che producono inquinamento dell’aria e sui suoi effetti sulla salute. Inoltre, indicazioni molto precise sulla necessità di valori più bassi degli inquinanti erano state formulate dall’Organizzazione Mondiale dalla Sanità già due anni fa.
L’azione politica intrapresa da questa inusuale coalizione, che mette insieme nel nostro Paese regioni governate dalla destra e dalla sinistra, viene contrastata dalla comunità scientifica internazionale, compatta nel sostenere la necessità di nuove norme. Importanti esperti e associazioni di cittadini hanno firmato una lettera aperta di netta denuncia.  
È bene ricordare che l’Italia è già stata richiamata più volte e sanzionata per i cronici ritardi che registra nelle sue politiche dell’aria, oltre a essere stata condannata dalla Corte Europea di Giustizia per aver violato la direttiva sulla qualità dell’aria attualmente in vigore (i cui standard minimi dovevano essere raggiunti entro il 2010).
Secondo i ricercatori sottoscrittori dell’appello si possono attuare immediatamente azioni concrete per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo:
a) potenziamento del trasporto pubblico, accompagnato da rigorose politiche di riduzione del traffico su gomma e blocco di qualsiasi finanziamento per nuove strade e superstrade;
b) cambiamenti radicali della mobilità entro le aree urbane con istituzione di ZTL, percorsi a 30 km orari e ciclo-pedonali;
c) sostituzione dei sistemi di riscaldamento a legna e pellet con fonti e tecnologie sostenibili;
d) soluzioni tecnologiche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in agricoltura e negli allevamenti.

 
In Italia, l’inquinamento atmosferico porta a morte prematura più di 50.000 persone l’anno e causa problemi di varia natura a partire dalla gravidanza (basso peso alla nascita e abortività spontanea), per passare dall’infanzia (asma bronchiale e infezioni respiratorie), fino all’età adulta (malattie cardiorespiratorie, diabete, demenza, cancro al polmone).
 
Un’azione combinata e sinergica su più fronti può arrivare anche in tempi ragionevolmente brevi a risultati concreti, infatti, secondo solidi studi, gli interventi di riduzione drastica delle emissioni dei precursori, specie nel settore dei trasporti e dell’agricoltura/allevamento, agiscono in modo sinergico quanto più sono radicali. Non è mai facile coniugare le esigenze economiche con quelle di salute e dell’ambiente, ma non dobbiamo per questo rinunciare a provarci con forza e determinazione. Essere ambiziosi a volte paga.

Foto di Annie Spratt su Unsplash