Strategia contro l’emergenza

04 Gennaio 2016

Tanto tuonò che piovve. Così è finalmente arrivata la quanto mai agognata pioggia a togliere tutti dall'impiccio del terribile impasse dei giorni scorsi, con le concentrazioni delle polveri sottili che salivano inesorabilmente e nessuno che sapesse bene cosa fare. Si sono sprecati pareri e consigli buoni per ogni occasione, sciorinati da improvvisati esperti del giorno che hanno affermato, con assoluta serietà e con assai scarsa confutazione, cretinerie altrettanto assolute, come se non fossero oggi a tutti disponibili dati precisi sull'inquinamento da auto, da caldaie, da biomasse, d'estate o d'inverno, a seconda della volontà di conoscenza, purché seria. Ma tanto, nell'emergenza, vale tutto, perfino l'ex presidente della Lombardia Formigoni riesce oggi a rivendersi come campione di ambientalismo.

Ognuno dica pure la sua nella fiduciosa attesa del domani, possibilmente piovoso. E, infatti, tanto fu che infine, come prima o poi doveva accadere, piovve, per la gioia di tutti e, soprattutto, dei nostri polmoni. Fa già parte di un passato lontano e dimenticato il penoso scaricabarile istituzionale al quale abbiamo assisto, durante il quale il governo si è distinto per immobilismo, elargendo mance tanto ridicole quanto poco realistiche nell'affrontare un problema che si trascina irrisolto ormai da decenni.
Lo smog è vissuto dai politici, e a dire il vero anche un po' dai cittadini, come una iattura da cui scostarsi, possibilmente dimenticandosene al più presto e lasciando la questione rovente in mani altrui.
Lo smog è vissuto dai politici, e a dire il vero anche un po' dai cittadini, come una iattura da cui scostarsi, possibilmente dimenticandosene al più presto e lasciando la questione rovente in mani altrui. Saremmo contenti di essere smentiti ma, passata l'emergenza di questi giorni, tutti si scorderanno volentieri del problema inquinamento, nella comune speranza che piova molto e che il vento aiuti gli audaci.

Non sarebbe invece proprio ora il momento adatto per programmare interventi futuri, sviluppare piani ambientali, pianificare per tempo provvedimenti coordinati, onde evitare la figuraccia di arrivare alla prossima emergenza ancora una volta “in disordine e senza speranza”, come definiva il generale Diaz? Non sarebbe proprio questa la tregua ambientale da cogliere per comunicare in anticipo la strategia che s'intende adottare? Ma ovviamente per comunicare una strategia bisogna prima averla…

Sono domande forse banali e retoriche che spereremmo qualcuno cogliesse dando un qualche, almeno apparente, segno d'interesse. Anche e soprattutto quando piove e lo smog scende un po', concedendo una tregua che sarà solo, purtroppo, transitoria.