Tutti ne soffrono più volte nel corso della vita. Ma quali sono le cause che possono scatenare questo meccanismo di difesa messo in atto dall’organismo? Che informazioni può darci sul nostro stato di salute?

13 Novembre 2023

È uno dei sintomi per cui più spesso si va dal medico, oltre che uno dei più fastidiosi: la tosse è un disturbo diffusissimo e circa l’80 per cento degli adulti ne soffre almeno per qualche giorno nell’arco dell’anno; nella maggioranza dei casi si tratta di episodi acuti, che durano relativamente poco tempo, associati in genere a malattie infettive delle vie aeree superiori. Altre volte la tosse può invece diventare persistente oppure ripresentarsi spesso: come gestirla? Se ne è parlato al «Tempo della Salute» con Sergio Harari, professore di Medicina interna dell’Università di Milano e direttore della Pneumologia e della Medicina interna all’Ospedale San Giuseppe Multimedica di Milano e con Marco Confalonieri, professore di Malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Trieste e direttore della Pneumologia all’Ospedale Cattinara di Trieste.
 
La tosse è un disturbo diffusissimo e circa l’80 per cento degli adulti ne soffre almeno per qualche giorno nell’arco dell’anno
Innanzitutto, «la tosse è un riflesso normale per proteggere le vie aeree, il modo con cui il sistema respiratorio si difende da agenti esterni come germi o sostanze estranee e attraverso cui “mobilizza” il muco (se ne producono circa due litri al giorno, ndr)», ha esordito Harari. Si tratta insomma di un riflesso vitale, che si ha quando i recettori per la tosse «che si trovano a livello della laringe, la “porta” delle basse vie aeree, si accorgono della presenza di qualcosa da eliminare — aggiunge Confalonieri —. Dopo le infezioni delle vie aeree superiori, come il classico raffreddore, la tosse è comune e può persistere un po’ senza che sia un fenomeno preoccupante; se si protrae oltre otto settimane, diventa cronica ed è un fastidio che può compromettere la qualità di vita». Oltre ai classici raffreddori e simili, la tosse come espressione di una patologia può essere anche associata all’asma, specialmente se non è controllata, ed è tipica dei fumatori; in questi casi spesso è un sintomo di bronchite cronica e si manifesta per tre mesi consecutivi in un anno per almeno due anni.

La tosse può presentarsi anche in caso di polmoniti, tumori (se c’è una compressione delle vie aeree) e di malattie polmonari rare come la fibrosi polmonare idiopatica. Come spiega Confalonieri, la tosse può essere «secca o produttiva e in quest’ultimo caso osservare quantità, odore e soprattutto colore del muco può aiutare a capire di che si tratta. Se l’espettorato è verdastro, la tosse è dovuta a un’infezione, se è bianco o giallastro è possibile, oltre alla causa infettiva, la presenza di asma o allergie che “arricchiscono” il muco di globuli bianchi». Individuare la causa è necessario, perché prima di tutto occorre risolvere il motivo alla base della tosse e, come aggiunge Harari, «non è sempre indispensabile inibire la tosse, ma lo diventa se è troppo invadente. I fluidificanti della tosse hanno un’efficacia relativa, il migliore resta una buona idratazione attraverso il consumo di acqua; gli anti-tosse possono essere utili se il sintomo compromette la qualità di vita. Si può scegliere fra quelli che inibiscono il riflesso della tosse a livello del sistema nervoso centrale e quelli che funzionano sui recettori della tosse periferici: l’uso va sempre condiviso con il medico, per scegliere il farmaco e la modalità di utilizzo migliore nel singolo caso».

Aggiunge Confalonieri: «La tosse deve essere gestita se dipende dalla bronchite cronica perché se questa patologia viene trascurata può portare a un malfunzionamento delle vie aeree e difficoltà di respirazione, fino alla broncopneumopatia cronica ostruttiva, o BPCO, che nelle sue fasi più avanzate può arrivare fino all’insufficienza respiratoria. Lo stesso vale per la tosse da reflusso gastroesofageo, che dipende dall’irritazione connessa al contenuto acido dello stomaco che risale nelle vie aeree». Gli esperti hanno promosso le bevande calde come latte e miele, calmante ed emolliente, e i suffumigi di vapore che fluidificano il muco, rendendo più facile espellerlo. E ci sono buone notizie anche quando la tosse dipende da malattie rare come la fibrosi polmonare idiopatica, in cui il tessuto polmonare dove avvengono gli scambi di ossigeno viene sostituito da tessuto simile a quello delle cicatrici, che quindi non funziona più come “scambiatore” di ossigeno: «Questa malattia, che è più comune dopo i 60 anni e nei fumatori, ma nel 20 per cento dei casi ha anche concause genetiche, può portare a insufficienza respiratoria avanzata con necessità di supporto di ossigeno o perfino trapianto, ma da una decina d’anni esistono farmaci che possono rallentarne il decorso e la ricerca sta indagando su principi attivi in grado di bloccarne l’avanzamento», conclude Harari.

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