Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel saluto al Quirinale per la cerimonia de “I Giorni della Ricerca”, che celebra i 60 anni di AIRC, ha lanciato anche un monito contro “le sconclusionate teorie anti-scientifiche” che “fanno presa su parti, per quanto ridotte, della società”. Definendole, senza giri di parole, “chiusure regressive che, avversando la scienza, si traducono in autolesionismo”.
Mai parole furono più chiare e appropriate in questo momento in cui la difesa della scienza e del rigore scientifico sono sotto attacco. Si discute di vaccini come al bar si discute di calcio, si esprimono opinioni senza conoscere i dati o citandoli a casaccio. Ci si inventa partigiani di una qualche idea, e naturalmente anche i terrapiattisti devono avere il diritto a dire la loro perché siamo in democrazia. No, non è così, e l’aveva ben sintetizzato Piero Angela nella sua famosa frase “la scienza non è democratica”, che racchiudeva in sé tutto il significato profondo dello sviluppo della moderna conoscenza.
Una cosa sono le evidenze che derivano da seri studi condotti secondo le più evolute metodologie scientifiche, altra le opinioni.
Così è progredita la ricerca scientifica nei secoli e così siamo giunti agli straordinari traguardi della medicina attuale, non dimentichiamolo.
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