Una rivoluzione che potrebbe dare una svolta alla cura dei polmoni malati

16 Gennaio 2014

Arriva in questi giorni dall'Istituto Nazionale dei Tumori di via Venezian un'importante notizia scientifica che potrebbe cambiare radicalmente le attuali strategie di screening del tumore polmonare. La Tac spirale, dopo numerosissimi studi internazionali dai risultati non sempre concordi, si è affermata negli ultimi anni come un metodo efficace per la diagnosi precoce di tumore polmonare nei forti fumatori ma presenta una serie di svantaggi: i falsi positivi, ovvero il numero di persone che presentano alla Tac noduli che potrebbero essere tumori ma invece non lo sono. Questo comporta che si debba ricorrere in moltissimi casi a ulteriori accertamenti inutili, addirittura talvolta veri e propri interventi chirurgici, con un importante aggravio in termini economici per il sistema sanitario, e di stress per il paziente. Il sogno per qualsiasi medico sarebbe di poter sostituire o integrare la Tac spirale con un metodo semplice e non invasivo che permetta di capire quando le lesioni polmonari siano tumori e quando no. Il gruppo di ricerca diretto da Gabriella Sozzi, direttrice dell'Unità di genetica tumorale, e da Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia toracica dell'Istituto Nazionale dei Tumori, in collaborazione con Carlo La Vecchia dell'Istituto Mario Negri e Nicola Sverzellati della Radiologia dell'Ospedale di Parma, sembra esserci riuscito. Nello studio pubblicato in questi giorni sul Journal of Clinical Oncology, una delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali in campo oncologico, Sozzi e Pastorino hanno valutato la capacità di un test effettuato attraverso un semplice prelievo di sangue di discriminare se noduli rilevati durante un progetto di screening del tumore polmonare fossero davvero cancri o meno. Il test, che analizza i micro Rna, cioè le piccole molecole che hanno la funzione di regolare i geni delle nostre cellule, in particolare ha identificato molto bene i noduli che non erano tumori e questo è molto importante, perché tradotto praticamente vuole dire che se si trova una lesione nel paziente ma il test è negativo si può stare tranquilli, non è un tumore e il malato non va sottoposto a ulteriori accertamenti.
Un successo importante per un centro prestigioso come l'Istituto dei Tumori, che andrà confermato da ulteriori studi ma che apre straordinarie prospettive di ricerca.